Precisazione di Marco Smorgon

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Egregio direttore,

le scrivo per rendere pubblica una vicenda che mi ha visto coinvolto e che credo rappresenti un vero e proprio emblema del malfunzionamento della nostra giustizia sportiva.

Il 5 ottobre 2020 prendo parte al premio Ceriale, prima corsa del convegno di Albenga, una categoria “G” sul doppio km: il cavallo che guido è Scirocco, secondo favorito, vado in testa e, dopo un primo km in 1.20.3, con secondi mille in poco più di 1.16, vinco chiaramente in 1.18.3. Tutto normale? Io pensavo di sì e, invece, sette mesi dopo, il 4 maggio 2021, mi viene comunicato che mi è stata comminata una multa di € 400,00 “per totale assenza di spirito competitivo e per aver rallentato i cavalli, tanto da chiudere il primo giro in 1.20.3”. La stessa punizione viene inflitta anche a Carlo Massimo Palo, Marcello Lettieri, Lorenzo Besana e Salvatore Carro, mentre restano esenti dal provvedimento Simone Mollo e Franco Ferrero.

Mi preme sottolineare, oltretutto, che questo provvedimento preso nei miei confronti per me è stato un vero fulmine a ciel sereno, perché il presidente di Giuria Maurizio Ferri, dopo la corsa, non ha chiesto alcuna spiegazione e si è limitato a deferire la corsa.

E aggiungo: anche nell’ipotesi che si sia stata trovata qualche traccia di gioco anomalo, cosa che non mi risulta, come si fa a condannare uno che vince?

Il mio percorso di professionista è “senza macchia”, può piacere o meno il mio modo di lavorare, ma credo che nessuno possa mettere in dubbio la mia onestà ed è proprio perché rifiuto di avere un precedente simile nella mia carriera che, sei giorni dopo la comunicazione della multa, esattamente il 10 maggio, faccio ricorso. Ma le sorprese non sono finite: il ricorso viene respinto senza neanche sentire le mie ragioni specificando nuovamente che “ci sono stati rallentamenti ingiustificati”. Ma è possibile?!? Guidavo un cavallo che all’epoca aveva nove anni e vinceva poco più di 28 mila euro e mi devo sentir parlare di “rallentamenti ingiustificati” in una “G” sui duemila metri per un primo km in 1.20.3?

Alla fine di questa storia, per evitare l’iscrizione nella lista dei pagamenti insoddisfatti e quindi del blocco dei premi (che, peraltro, non vengono pagati da un anno…) mi sono ritrovato a spendere ingiustamente 400 euro per una multa che non ha senso e poi 380 per il ricorso. E pensate che sia finita qui? Ma neanche per sogno…

Il giorno 22 ottobre, infatti, a distanza di oltre un anno dal fatto e di cinque mesi e mezzo dalla notifica della multa che cinque dei sette guidatori in pista in quella corsa avevano ricevuto, è giunta comunicazione agli altri due, Franco Ferrero e Simone Mollo, che avevano ricevuto lo stesso trattamento, ma con uno… “sconto speciale”, ovvero 200 euro a testa e non 400. Ma dov’è il senso logico di questa decisione? E, infatti, le ragioni sono avvolte nel mistero. Ben venga per i due colleghi che devono “spendere” meno, ma tutto ciò, francamente, è assurdo e incredibile.

Voglio precisare ancora una volta una cosa: questa lettera non è lo sfogo di una persona arrabbiata o delusa, ma di qualcuno che è seriamente preoccupato per un sistema di controllo che non funziona. E se c’è rabbia, casomai, non è legata ai soldi persi, ma a quella macchia intollerabile che mi è stata messa addosso e che, per la mia etica professionale, non riesco proprio ad accettare.

Confidando che la denuncia di questa incresciosa vicenda possa essere utile, almeno moralmente, a tutelare la mia immagine di professionista e, magari, a fare anche in modo che certe cose non si ripetano più, ringrazio per l’ospitalità,

Marco Smorgon