Gente fuori dal comune

Binocolo puntato
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Le grandi corse sono, come per tutti gli sport, la miglior vetrina promozionale per il movimento. È con le grandi sfide che l’ippica acquista visibilità e con quelle arriva al cuore della gente, trascinando poi l’interesse verso le altre corse, quelle comunque di alto livello ma anche verso quella routine che, comunque, ha la sua funzione fondamentale in quanto indispensabile per la raccolta delle scommesse.

Il sistema dell’ippica è tanto complesso quanto strettamente collegato in ognuna delle sue componenti. E qualsiasi “rivendicazione” dovrebbe essere messa da parte di fronte a quello sguardo complessivo, di sistema appunto, che dovrebbe caratterizzare qualsiasi logica di programmazione. I grandi appuntamenti sono il vertice di una piramide che ha alla base l’attività di routine, quella che si sviluppa lontano dai riflettori, ma molto vicina comunque ai terminali delle scommesse.

Ma ribaltando il concetto la base “produttiva” non avrebbe alcun senso di esistere senza quelle finalità di selezione della razza e di spettacolo che sono proprie della parte più alta e prestigiosa del sistema. L’ippica è qualcosa di fondamentalmente differente da tutti gli altri settori sportivi.

 Perché qui parliamo comunque di “professionismo” anche quando il livello tecnico è basso e perché nelle corse dei cavalli e perché, per quanto riguarda gli uomini, non esiste in pratica un “settore giovanile” a fare da pilastro dell’attività di base.