Percorso di poco gusto

Binocolo puntato
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La caduta del Governo presieduto da Mario Draghi è stato un fatto clamoroso e nell’ambito internazionale non pochi hanno sottolineato come la situazione italiana sia davvero confusa. Il dibattito di mercoledì al Senato è stato d’altronde lo specchio quasi perfetto dello stato della politica italiana. L’interesse personale, che ha come obiettivo strappare un pugno di voti e viene perseguito con il dare l’impressione di seguire le necessità degli italiani, prevarica sul quadro complessivo, per non parlare degli interventi strutturali, regolarmente posposti ad iniziative spot destinate a svanire come bolle di sapone.

Il settore ippico da sempre è un mini specchio della realtà del nostro Paese. Anzi ne è un anticipatore. E lo è nel bene e nel male. Lo è perché in un microcosmo nel quale si vive di economia, ma anche di passione, tutto rischia di essere portato all’eccesso.

Osservando la seduta di mercoledì del Senato ci sono venute in mente buona parte dei confronti istituzionali ippici, frequentati da una lunga serie di sigle che quasi mai (a parte il galoppo negli ultimi anni con Ang) sono riuscite a trovare una sintesi. “Partiti” grandi, ma anche piccoli e piccolissimi che spesso hanno dato vita a un fuoco incrociato a suon di veti e/o richieste che ha sortito come effetto solo una soddisfazione nell’immediato di qualche esigenza, ovviamente a discapito di qualcuno, o meglio del quadro generale. Così si è andati avanti per anni, con il politico di turno (ovviamente di passaggio vista la girandola di governi , di ministri e di sottosegretari) impegnato più che altro.

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