Antonio Viani sul G7 dell’Agricoltura, Aste SGA e tanto altro…

Credit foto Thomas
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Un periodo davvero pregno di avvenimenti che hanno il nostro sport al centro dell’attenzione. Partendo dal G7 Agricoltura, ritengo che la kermesse di Siracusa sia un’occasione unica per rimettere al centro il nostro mondo. I vari incontri che si terranno presso l’Ippodromo del Mediterraneo, così come la super giornata di corse programmata, che calamiterà certamente un’ottima cornice di pubblico, sono un modo per far conoscere il nostro sport e le grandi potenzialità che ancora possiede.

Non mi aspetto decisioni particolari da questi incontri, sarei già contento che davanti a un ippodromo pieno di persone e di passione, qualcuno dei Politici intervenuti si rendesse conto di quanto interesse c’è attorno al cavallo da corsa, di quante emozioni si vivono prima, durante e dopo una corsa, ma anche di quanto potenziale di crescita economica rappresenti l’intera filiera ippica.

Tutti aspetti che troppo spesso negli anni sono stati dimenticati da chi ci governa, in parte anche per colpe nostre, poiché si vede che non siamo stati capaci di presentare in maniera adeguata il nostro mondo e i nostri “prodotti” di eccellenza. Adesso invece dobbiamo ammettere che questo Governo, per il tramite del MASAF, ha preso concretamente a cuore la questione ippica e tra interventi già compiuti, vedi l’IVA (pur oggetto di emendamento correttivo) oppure la riduzione delle tempistiche di pagamento (anche qui con differenze in base al regime della scuderia), o ancora la decisione di iniziare con largo anticipo a programmare il calendario 2025, e altri in cantiere, si dimostra come gli sforzi siano reali per far ripartire la macchina.

In merito agli emendamenti presentati ritengo che, oltre alla correzione della questione IVA sui puledri, necessaria per evitare delle evidenti storture, l’altra proposta di togliere l’IVA sui premi sia un aspetto basilare per finalmente procedere alla distribuzione dei pagamenti negli stessi tempi per tutti gli attori della filiera. In aggiunta tale scelta porterebbe, come abbiamo già avuto modo di discuterne,  a un aumento di circa 8 milioni del montepremi per il 2025 (tra trotto e galoppo ovviamente), importo oggi congelato come accantonamento per pagare l’IVA sui premi. Ovviamente sarà necessaria una preventiva discussione tra MEF e MASAF perché si eviti che tale cancellazione renda impossibile alle scuderie il recupero della restante IVA derivante da compravendita di beni e servizi. Ma già solo che se ne parli e che si metta la questione all’ordine del giorno, trovo sia un aspetto molto importante.

Anche la questione scommesse viene, seppur solo parzialmente, inserita e anche qui mi rallegra constatare che non solo si cerchi di ottimizzare quanto abbiamo, ma si cerchi al contempo di trovare strade per aumentare le risorse a disposizione. Su questo aspetto accenno solo che sarebbe arrivato il momento da parte del MASAF di chiedere formalmente per l’ippica una percentuale su tutti quei giochi che “sfruttano” la rete creata dall’ippica stessa oppure che si rifanno esplicitamente al nostro sport (le famigerate corse virtuali). So bene che una simile richiesta andava fatta qualche decennio fa, al momento dell’apertura del mercato dei giochi, ma se in passato chi gestiva l’ippica se ne è colpevolmente dimenticato, non vedo perché non si possa rimediare oggi.

Magari ci vorrà un anno o si dovrà attendere il termine delle convenzioni con i concessionari, ma comunque iniziare oggi un percorso inserendo dei paletti precisi può solo aiutare per il futuro.Altro tema in agenda è la questione Aste. Nello scorso fine settimana abbiamo vissuto il tradizionale rito delle aste yearling alla Maura.


Nel corso degli anni le varie vicissitudini hanno certamente pesato su questo importante appuntamento e purtroppo abbiamo vissuto un’asta 2024, la principale qui da noi per il galoppo (e pure l’unica), che potremmo definire, benevolmente, in tono minore. Pochi, troppo pochi, i Proprietari presenti e altrettanto pochi i cavalli in offerta. Ahinoi con una produzione di circa 600 nati, è dura riuscire ad avere tanti più di 100 puledri in offerta, ma questa minima quantità non è un incentivo a venire all’asta.
Inoltre tutti gli indicatori principali, fatturato, prezzo medio e mediana, sono in discesa.

Da Proprietario dovrei rallegrarmi, potendo acquistare a un prezzo molto contenuto il meglio, o quasi, della produzione italiana. Ma sarebbe un ragionamento miope, ritengo che l’ippica sia una catena fatta di tanti anelli, se uno soffre, gli allevatori in questo caso, l’intera catena diventa facile da spezzare e quindi inutile. Questa è la ragione per la quale non possiamo, noi Proprietari, fare finta di non vedere come le nostre Aste soffrano tremendamente.

Ovviamente non mi permetto di indicare agli amici di SGA come fare il loro lavoro, ma credo sia giunto il tempo di aprire un sereno dibattito tra tutti gli stakeholder sul futuro delle aste italiane: casa d’aste, consignor e acquirenti.

Valutare se conviene cercare di replicare quanto avviene all’estero oppure quanto fanno qui i nostri cugini del trotto, ANACT o ITS che siano, che ovviamente partono da condizioni molto differenti, ma che sono stati altrettanto innegabilmente capaci di fare delle aste un evento. In definitiva ragionare sui correttivi da prendere.