Limitazioni miopi: Aichner saluta Pisa!

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La notizia che qui vi diamo è in ogni senso – tecnico, sportivo, giornalistico – rilevante. Giorni fa, ai microfoni dell’ippodromo di San Rossore, Josef Aichner aveva ventilato che lo svernamento dei suoi portacolori a Pisa, appena iniziato (e, diremmo, un vanto per il luogo, dato il prestigio acquisito in questi anni dalla giubba giallonera), sarebbe stato legato alla lettura del libretto programma di gennaio, a seguito delle modifiche apportate all’articolo 111 del regolamento, di cui si è fatto cenno nei giorni scorsi su queste pagine, con limitazioni imposte “agli importati in via temporanea”, la scomparsa della dicitura “Paesi extra UE”, l’aumento al limite degli 11.000 euro dei termini di esclusione dei “non italiani”, l’esclusione dei non italiani di training dagli handicap “ascendenti” in ostacoli.

Ora, il libretto pisano di gennaio è uscito, recando l’esito di quello che appare come un ulteriore, inaspettato “colpo di mano” anche rispetto alle modifiche di cui sopra: giovedi 13 gennaio, la proposizione del Premio Doretto, handicap “discendente” con dotazione di 12.100 euro è “per cavalli di 4 anni importati in via definitiva o di scuderia italiana da almeno 60 giorni”. Stessa proposizione, domenica 23 gennaio (prima delle due giornate clou ostacolistiche di San Rossore) per il Premio Chivas Regal, handicap discendente in steeple da 13.000 euro. E a questo punto, ecco la notizia, Josef Aichner non ci è stato più.

I portacolori del primo proprietario italiano “da ostacoli”, vincitore di tre “Merano”, lasciano il centro d’allenamento di San Rossore. “I miei cavalli vanno via da Pisa”. Detto e fatto, nello stile immediato dell’uomo, che traspare anche da quanto dichiaratoci: “Non posso stare in un luogo nel quale i miei cavalli non sono ammessi ad alcune corse. Tutte le ultime decisioni, dettate su chiaro suggerimento, sono contraddittorie rispetto a tutto un lavoro che, nell’ostacolismo italiano e per esso, è stato portato avanti in questi anni su vari ippodromi, e che aveva ridato dignità e spettacolarità e fruibilità sotto ogni aspetto, gioco compreso, alle nostre corse. Ricordo, non molti anni o sono, quelle corse ad ostacoli in cui tre portacolori di giubba fucsia e un allievo del pur grande Contu davano vita a tristissimi non-spettacoli che portarono diritti al rifiuto delle nostre corse su alcune piste, San Siro compreso, e alla quasi asfissia del settore.

In questi anni, a partire da Merano ma in tutta Italia, un lavoro di apertura e di rapporti ha ridato competitività e ossigeno alle nostre corse: giubbe diverse, allenatori diversi, nazionalità diverse. Oggi l’ippica è europea, indietro non si torna, o non si dovrebbe. Abbiamo rivisto corse belle, competitive e spettacolari come le corse ad ostacoli devono essere: è il loro scopo. Vinci tu, vinco io? È lo sport, che è competizione, concorrenza, non monopolio. Con Christian Troger, con i proprietari e trainer europei presenti sulle nostre piste abbiamo risollevato la qualità di tutto lo spettacolo ostacolistico. Un esempio: le ultime giornate di Treviso hanno visto, rispetto al passato, una netta crescita qualitativa, grazie alla competitività e all’internazionalità delle presenze. Ora si vogliono portare le lancette dell’orologio indietro, rovinando tutto un lavoro fatto e ripristinando quella triste situazione di cui dicevo, a rischio però, stavolta, di far morire per estinzione le corse ad ostacoli e l’attività di settore sulle piste”.